I costi delle rinnovabili continuano a scendere, cresce l’elettrificazione e il carbone è destinato a un declino strutturale. Nonostante ciò, il futuro del pianeta è comunque a rischio e dipende dalle scelte energetiche dei governi. Queste, in sintesi, le conclusioni che emergono dal World Energy Outlook 2018, lo studio dell’International Energy Agency (IEA) che è stato presentato il 6 dicembre, a Roma, all’auditorium Enel, da Fatih Birol, Direttore esecutivo dell’IEA. All’evento sono intervenuti la Presidente di Enel Patrizia Grieco, l’Amministratore delegato Francesco Starace, l’ambasciatrice Elisabetta Belloni, segretario generale del Ministero degli Affari esteri, Davide Crippa, sottosegretario al Ministero dello Sviluppo economico e Pasquale Lucio Scandizzo, consigliere del Ministro dell’economia e delle finanze.
Dopo tre anni senza variazioni, nel 2017 le emissioni di anidride carbonica (CO2) del comparto energetico sono aumentate dell’1,6% e le stime sembrano confermare un trend di crescita anche per il 2018, deviando quindi in modo consistente dalla traiettoria degli obiettivi sul clima fissati nel 2015 a Parigi. Secondo il WEO “una transizione che sia rapida e al minor costo possibile richiede un’accelerazione degli investimenti in tecnologie energetiche più pulite, più intelligenti e più efficienti”.
Quest’anno lo studio dell’IEA dedica un focus speciale all’elettricità. La domanda di energia elettrica sta crescendo al doppio della domanda di energia nel suo complesso. Nel 2017, per la prima volta, la quota di popolazione mondiale senza accesso all’elettricità è scesa sotto il miliardo di persone, ma il traguardo dell’obiettivo sostenibile numero 7 dell’Onu (accesso universale e conveniente all’energia) è ancora lontano: 600 milioni di persone nell’Africa sub-sahariana e 350 milioni in Asia vivono ancora senza elettricità. “L’elettrificazione porta con sé benefici riducendo principalmente l’inquinamento a livello locale” spiega lo studio. Tuttavia per sfruttarne il potenziale servono “misure aggiuntive per decarbonizzare la fase di generazione: diversamente il rischio è che le emissioni di anidride carbonica si spostino semplicemente da valle a monte, ossia dai settori finali alla generazione elettrica”.
Un settore che sta attraversando la trasformazione più radicale dalla sua nascita, oltre un secolo fa. Nelle economie fondate sull’industria leggera, dei servizi e delle tecnologie digitali, l’elettricità è divenuta infatti la fonte principale. La crescita della domanda elettrica dipende dalla velocità con cui l’elettricità verrà utilizzata per scopi come la produzione di calore per case, uffici e fabbriche e da quanto rapidamente riuscirà a penetrare nel settore dei trasporti.
“Policies matter” scrive Birol nell’introduzione dello studio: decisive saranno le scelte dei governi per assicurare un futuro energetico più sicuro, economico e sostenibile.
Come sempre, l’obiettivo del World Energy Outlook non è tanto quello di fare previsioni, quanto di esplorare i diversi scenari possibili, su un arco che va da qui al 2040. Lo studio ne immagina tre: il Current Policies Scenario (CPS), senza variazioni rispetto alle politiche attuali, che evidenzia crescenti tensioni su quasi tutti gli aspetti della sicurezza energetica; il New Policies Scenario (NPS), nel quale il quadro complessivo migliora grazie alle politiche dei governi; e il Sustainable Development Scenario (SDS ), dove l’accelerata transizione verso fonti energetiche pulite accompagna il pianeta verso gli obiettivi legati al taglio delle emissioni di CO2, all’accesso universale all’energia e al miglioramento della qualità dell’aria.
Nessuno di questi tre percorsi è prestabilito, sono tutti possibili: dove si andrà dipende da noi.