Integrazione europea: i vantaggi per l'Italia

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Il settore dell'energia elettrica è la spina dorsale dell'economia nei Paesi industrialmente avanzati. Dove un sistema elettrico efficiente e conveniente è indispensabile per garantire servizi di elevata qualità e per competere sui mercati internazionali.

In quest'ottica, a livello europeo la sfida da vincere è la piena integrazione delle politiche, dei mercati e delle infrastrutture nazionali in un grande mercato unico dell'elettricità.

L'accelerazione di questo percorso – più volte auspicato dall'ad del Gruppo Enel, Fulvio Conti - porterebbe benefici a tutti i Paesi dell'Unione, all'Italia in modo particolare.

Lo ha recentemente confermato il rapporto Servizi di flessibilità e gestione delle interconnessioni – Benchmark europeo, realizzato da Pöyry per le associazioni Assoelettrica, Energia Concorrente e Federutility.

Lo studio constata che l'Italia dispone oggi di un parco di generazione elettrica nuovo, abbondante e molto efficiente. Condizioni che offrono l'opportunità di trarre benefici dal processo di integrazione, sia per rendere più flessibile il sistema europeo in generale (in particolare in relazione alla forte penetrazione delle fonti rinnovabili non programmabili), sia per fornire specifici servizi di rete ad altri Paesi.

Infatti il mercato unico favorirebbe gli scambi reciproci, consentendo quindi al parco produttivo italiano di mettere a frutto le proprie potenzialità con esportazioni mirate. Il che, tra l'altro, avrebbe ripercussioni positive anche per i consumatori, grazie al risparmio in bolletta reso possibile dalla riduzione degli oneri di sistema.

Per concretizzare queste occasioni c'è però bisogno di un maggiore sviluppo delle interconnessioni e di un concreto impegno politico per la realizzazione del mercato unico dell'energia.

Nel frattempo, una soluzione transitoria potrebbe essere costituita da accordi fra singoli Paesi: dallo studio della Pöyry emerge che i mercati che offrono all'Italia le maggiori opportunità sono soprattutto Germania e Austria, e in misura minore Francia, Svizzera e Slovenia.