Centri di Ricerca: innovazione made in Enel

{{item.title}}

76 milioni di euro investiti nel 2013 in attività di ricerca e innovazione in tutti i campi del settore elettrico, dalla generazione tradizionale alle rinnovabili, dall'accumulo energetico alle smart grids e alla mobilità elettrica.

Attività portate avanti da una squadra di circa 160 ricercatori nei tre centri di ricerca di Pisa, Brindisi e Catania, nelle aree sperimentali di Livorno e Sesta, nei due laboratori chimici di Pisa e Brindisi e in quattro Laboratori Cross-Tech, dedicati alla sperimentazione nelle aree: Accumulo, Domotica, Cybersecurity e Tecnologie Solari.

Da questi avamposti dell'innovazione Enel opera nell'ambito di un vero e proprio network di ricerca, in collaborazione con Enti e Istituti di ricerca (ENEA, CNR, INGV, OGS e altri) e con numerose Università italiane.

Un impegno che ha permesso alla divisione Ricerca e Ingegneria di depositare 19 domande di brevetto negli ultimi tre anni, e all'azienda di aggiudicarsi numerosi premi e riconoscimenti. L'ultimo in ordine di tempo è il premio "Ansys Best Paper Award – settore Industrial", ricevuto lo scorso maggio a Milano nell'ambito della conferenza "Ansys User Meeting".

Enel ha presentato i risultati della ricerca relativa all' "applicazione della modellistica CFD allo studio dei sistemi di generazione termoelettrica e geo-termoelettrica", illustrando alcune applicazioni della modellazione fluidodinamica finalizzate all'ottimizzazione delle prestazioni degli impianti di generazione.

La sede centrale di tutte le attività di ricerca del Gruppo Enel è Pisa, mentre presso l'area sperimentale di Livorno sono in corso progetti e sperimentazioni che interessano in particolare le tecnologie rinnovabili: dai sistemi di accumulo di energia prodotta da fonti rinnovabili, agli impianti innovativi a biomasse e geotermici. Nelle due città toscane lavorano anche i giovani più brillanti che si sono laureati nelle università pisane di Sant'Anna e della Scuola Normale.

A Brindisi si concentrano gli studi sulla valutazione dello stato del suolo, del sottosuolo e delle acque sotterranee, nonché nella decontaminazione e riqualificazione di siti e nell'inserimento paesaggistico ed ambientale degli impianti. Il Centro lavora inoltre per la valorizzazione e il riutilizzo dei residui del settore elettrico e per l'ottimizzazione dell'utilizzo delle risorse energetiche del territorio.

Il Centro di Ricerca di Catania, invece, è un punto di riferimento sia per il solare termodinamico (in stretto contatto con la centrale Archimede), sia per il fotovoltaico, per il quale si studia il rendimento dei vari sistemi in diverse condizioni di funzionamento, si valuta la capacità di resistenza dei pannelli a condizioni ambientali estreme, si sperimentano nuove soluzioni tecnologiche per minimizzare i costi.