Auto elettrica, un pieno di sostenibilità

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Io credo nel cavallo. L'automobile è solo un fenomeno temporaneo”. Ne era convinto Guglielmo II di Prussia e Germania, nel 1912. Un'affermazione miope, che letta oggi fa sorridere e riflettere: innovazione e politiche energetiche sempre più orientate alla sostenibilità stanno modificando l'approccio alla mobilità. Il futuro dell'auto è sempre più nel motore elettrico.

L'auto elettrica consente l'azzeramento di tutti gli inquinanti locali: PM10, ossidi di azoto, idrocarburi incombusti, ossido di carbonio, con un impatto positivo in particolare per le aree urbane”. Lo spiega Natascia Montanaridell'Ufficio Studi Legislativi e Affari Istituzionali di Enel, prendendo spunto dal focus sul tema realizzato da Enel nell'ambito del Master inAntitrust e regolazione dei mercati del l'Università di Roma Tor Vergata (riservato a studenti di ingegneria, economia e giurisprudenza).

I trasporti civili – precisa Montanari – sono responsabili di circa il 23 per cento delle emissioni di CO2a livello mondiale. L'auto elettrica consentirebbe di abbattere di circa il 50 per cento i gas serra rispetto ai veicoli a propulsione termica, con un risparmio energetico medio nell'ordine del 40 per cento, calcolato sull'intero ciclo di vita del mezzo con il metodo Well-To-Wheel (WTW). Ciò grazie a un'efficienza energetica complessiva nettamente superiore del motore elettrico rispetto a quello tradizionale”.

Il calcolo WTW, letteralmente “dal pozzo alla ruota”, è un indicatore che, sostituendo ai consumi la produzione di emissioni, rende confrontabili diverse tecnologie propulsive e carburanti sotto il profilo dell'efficienza e del rendimento.

Nonostante i chiari vantaggi per l'ambiente, l'auto elettrica fatica a imporsi. Tra gli ostacoli che impediscono il decollo di questa tecnologia, ci sono i costi ancora alti e il “muro psicologico” delle possibili difficoltà di rifornimento. Su questo nodo Enel è da tempo impegnata accanto ai Comuni e alle Regioni e in partnership con operatori italiani ed europei (si veda il recente accordo con la tedesca Hubject), per dar vita a un network di ricarica interoperabile e capillare, che possa consentire in tempi rapidi la garanzia per i clienti di non rimanere “a secco”. 

Sul piano delle politiche, passi avanti sono stati fatti sia a livello europeo che nazionale. La legge 134/2012, di conversione del D.L. 83/2012 (c.d. D.L. Crescita), oltre a prevedere incentivi per la mobilità sostenibile (auto elettriche, ma anche metano e gpl) ha portato alla definizione del Piano nazionale per l'infrastruttura di ricarica dell'auto elettrica (PNIR), attualmente in attesa di adozione definitiva, con l'obiettivo di uno sviluppo omogeneo di infrastrtutture su tutto il territorio nazionale, integrando competenze di Governo, Regioni ed Enti Locali.