Il clima dopo Parigi: il futuro low carbon

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Parigi ospita i campionati Europei di calcio, tifosi e curiosi hanno gli occhi puntati sulla Francia per seguire le partite. Ma solo sei mesi fa la capitale transalpina ospitava tutt'altra partita, quella della Conferenza Onu sui cambiamenti climatici.

Il mondo intero aveva acceso i riflettori sulla XXI Conferenza delle parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) perché affrontava una sfida decisiva per il futuro dell'intero Pianeta che chiedeva risposte comuni e condivise tra i diversi giocatori in campo.

Il summit Onu ha portato ad un accordo definito "storico" dal segretario Onu Ban Ki-Moon, in aprile è stato ratificato da 175 Paesi, ora è chiamato alla prova dei fatti. E proprio di questo test sul campo appena cominciato si è discusso il 10 maggio all'Auditorium Parco della musica di Roma che ha ospitato l'incontro "Dopo Parigi: chi decide il futuro del clima?" inserito nel programma dell'edizione 2016 de La Repubblica delle idee.

 

L'accordo uscito dalla Cop21 di Parigi è un documento di 31 pagine che delinea la strada per limitare la temperatura media globale entro i 2 gradi centigradi rispetto ai livelli pre-industriali.

 

Invitati all'evento di La Repubblica Ermete Realacci, presidente della Commissione ambiente della Camera, Andrea Carlucci, AD di Toyota Italia, e Simone Mori, direttore degli Affari Europei di Enel e presidente di Assoelettrica, hanno parlato di limiti e pregi del documento ma soprattutto degli scenari che ora si aprono davanti a governi, imprese e privati cittadini.

"Date le condizioni, l'accordo di Parigi è il miglior accordo possibile" ha affermato Mori ricordando il fallimento del precedente appuntamento Onu di Copenhagen del 2009, risolto con un nulla di fatto. Gli elementi più interessanti del documento prodotto dal summit francese sono "la direzione ben definita di medio e lungo termine, alcuni meccanismi di controllo e facilitazione ma soprattutto il fatto che è assegnata ad ogni Paese la presa di responsabilità sulle proprie iniziative per il clima e il modo di rispettarle".

 

Il settore energetico è tra i principali protagonisti delle risposte alla sfida del global warming e allo stesso tempo delle trasformazioni in corso nell'ambito industriale e produttivo.

 

"I cambiamenti degli ultimi dieci anni non hanno precedenti in 130-140 anni di storia dell'energia mondiale" ha sottolineato Mori, ricordando che in questa rivoluzione epocale un ruolo decisivo è svolto dallo sviluppo tecnologico.

Negli ultimi anni le cleantech si sono sviluppate su due direttrici opposte: da un lato il crollo tendenziale dei costi, dall'altro il miglioramento verticale delle performance. E "in molti Paesi, soprattutto in quelli emergenti, le tecnologie rinnovabili rappresentano il miglior modo di fornire energia in modo economico e affidabile a economie che stanno crescendo in modo rapido"

 

L'evoluzione delle tecnologiche ha giocato un ruolo decisivo per creare le condizioni facilitanti all'accordo sul clima di Parigi e svolgerà un ruolo ancor più decisivo nel futuro.

 

Per Mori "Le tecnologie ci sono, l'accordo di Parigi pone condizioni per poterle portare nei Paesi che chiedono sempre maggior energia e in molti casi permettono di fare investimenti sicuri in contesti regolatori meglio definiti".

Innovazione, cleantech e politiche adeguate sono fondamentali per garantire un futuro low carbon anche a mercati maturi come quelli del vecchio continente. "L'Europa è di gran lunga il continente più avanzato al mondo dal punto di vista energetico e soprattutto elettrico" ha ricordato Mori. "Oggi sta cercando di disegnare il modello economico e industriale alla base della rivoluzione tecnologica cercando di gestire la transizione in corso nel modo più ordinato possibile".

 

"In fatto di efficienza energetica l'Europa è il continente con le migliori performance, l'Italia è tra i primi Paesi OCSE, ma molto può ancora essere fatto"

Simone Mori, direttore degli Affari Europei di Enel

 

Mobilità elettrica, soluzioni di riscaldamento e raffreddamento domestico, illuminazione a LED, soluzioni di stoccaggio dell'energia: "Le potenzialità delle soluzioni tecnologiche che oggi già esistono per realizzare un'economia low carbon come per l'efficienza edilizia e domestica sono enormi ma spesso non è ancora ben funzionante la modalità per riuscire ad applicarle tutte insieme. Gran parte dei progetti di investimento per l'efficienza energetica devono fare i conti con barriere finanziarie ma anche ammnistrative". La rivoluzione dell'efficienza energetica, indicata da Mori come best case europeo e obiettivo decisivo, è soltanto agli inizi.