Europa verso l’obiettivo rifiuti zero

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 Il Parlamento Europeo ha approvato in via definitiva il Pacchetto europeo sull’economia circolare, atteso da tempo. Si tratta di un insieme di direttive che vanno a modificare le attuali norme su rifiuti, discariche, imballaggi, veicoli a fine vita, pile e accumulatori esausti e RAEE (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche).

Una serie di interventi su raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani che segua la cosiddetta “gerarchia della gestione dei rifiuti”. Se la strategia a lungo termine è coinvolgere le aziende nel realizzare prodotti con materiali nuovi, interamente riutilizzabili e che quindi non generino scarti, quella a breve e medio termine è gestire gli scarti prodotti nel frattempo in modo più responsabile.

La misura alternativa a quella che la gerarchia della gestione dei rifiuti indica come “prevenzione e riutilizzo”, e prevede il riuso dei materiali in altre forme: il riciclo o la trasformazione tramite compostaggio (attraverso il quale si ricavano fertilizzanti), la digestione anaerobica (con produzione di biogas da trasformare in energia) o l’integrazione degli ultimi due processi.

Seguendo questa linea, la nuova norma prevede che almeno il 55% dei rifiuti urbani domestici e commerciali dovrà essere riciclato. L’obiettivo salirà al 60% nel 2030 e al 65% nel 2035. Il 65% dei materiali da imballaggio dovrà invece essere riciclato entro il 2025 e il 70% entro il 2030. Vengono poi fissati obiettivi distinti per materiali da imballaggio specifico, come carta, cartone, plastica, vetro metallo e legno.

Per quel che riguarda la discarica, il pacchetto Ue limita la quota di rifiuti urbani da smaltire a un massimo del 10% entro il 2035. In Italia, dei 497 kg di rifiuti pro-capite prodotti nel 2016, il 27,64% è finito in discarica, il 50,55% è stato riciclato o compostato e il 21,81% incenerito.

Oggi il panorama europeo su questo punto è molto variegato: nel 2014 Austria, Belgio, Danimarca, Germania, Olanda e Svezia non hanno inviato alcun rifiuto in discarica, mentre Cipro, Croazia, Grecia, Lettonia e Malta hanno interrato più di tre quarti dei loro rifiuti urbani.

Importante la novità da segnalare per i rifiuti organici: a partire dal 2025 in tutta l’Unione Europea sarà obbligatoria la raccolta differenziata da avviare al compostaggio. Obbligo anche per la raccolta selettiva dei materiali tessili e di quelli pericolosi nei rifiuti domestici, come vernici, pesticidi, oli e solventi.

Il Pacchetto interviene contro gli sprechi alimentari, chiedendo agli Stati membri di ridurli del 30% entro il 2025 e del 50% entro il 2030, anche incentivando la raccolta dei prodotti invenduti e la loro ridistribuzione in condizioni di sicurezza.

Una normativa che migliora l’ambiente, con una riduzione media delle emissioni di 617 milioni di tonnellate di Co2 equivalente. Non solo. Secondo quanto dichiarato dall’europarlamentare Simona Bonafè, relatrice del Pacchetto sull’Economia Circolare, “ci sarà un impatto positivo sull’occupazione, con almeno 500 mila posti di lavoro in più (la Commissione ne prevede un milione). Inoltre, l’economia circolare potrebbe fare da volano all’economia dell’area euro favorendo, secondo stime del Parlamento Europeo, una crescita del Pil fino al 7% in più entro il 2035”.

“Dobbiamo capire che il rifiuto - ha concluso la parlamentare europea - non dev’essere un problema costoso da risolvere, ma può essere un’opportunità”.