Enel per un futuro energetico rinnovabile

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Dove non arrivano i governi, forse possono gli amministratori delegati. In Italia, Enel è l'unica società ad aver sottoscritto un accordo con altre quarantadue compagnie per la riduzione volontaria delle emissioni inquinanti derivanti dalla produzione di energia.

Gli amministratori delegati di 43 compagnie energetiche, attive su centocinquanta territori, hanno firmato un appello pubblico affinché i propri governi mettano in atto politiche di riduzione delle emissioni nocive, seguendo l'appello lanciato dalle Nazioni Unite, e tra questi c'è l'ad di Enel, Francesco Starace.

Il manifesto dell'appello è chiaro: "Cercare soluzioni al riscaldamento globale che allo stesso tempo si rivelino opportunità economiche, perché questo cambiamento è realmente possibile e il mondo deve prenderne coscienza". La lettera ha, inoltre, lo scopo di servire da pungolo a quei governi che non hanno preso impegni formali con le Nazioni Unite. Difatti, non tutti gli esecutivi hanno risposto all'appello delle Nazioni Unite che chiedeva un impegno formale per la riduzione certa di emissioni nocive in un tempo altrettanto certo.

L'Unione Europea è tra le istituzioni governative che hanno deliberato in favore del taglio del 40% delle emissioni inquinanti da effettuarsi entro il 2030. Il voto europeo su questa decisione è stato unanime da parte di tutti e ventotto gli Stati membri. Lo scopo dell'iniziativa dei 43 ad prevede la messa in atto di azioni comuni che portino a concrete riduzioni delle emissioni di gas inquinanti, innovando allo stesso tempo i processi produttivi con delle policy condivise. E quindi, nella fattispecie, promuovere politiche economiche che favoriscano l'aumento di produzione di energia sostenibile e rinnovabile nel tempo.

Enel guarda lontano e con il nuovo piano industriale per il quinquennio 2015-2019 prevede la riduzione di emissioni attraverso la messa in efficienza degli impianti ma soprattutto con l'innovazione. Una visione energetica del futuro che immagina una rinascita per i siti Enel oggi a bassa produttività energetica – in alcuni casi nulla – allo scopo di creare sinergie pubblico-private per opportunità di riqualificazione o conversione.