Energia a zero emissioni, la sfida possibile
Ricordo bene l'entusiasmo per l'accordo di Parigi sul clima: nel dicembre del 2015, i grandi della Terra prendevano l'impegno di contenere l'aumento delle temperature entro gli 1,5 °C. Le immagini sono ancora vivide, l'annuncio dell'allora ministro dell'ambiente della Francia Laurent Fabius, il segretario di stato americano John Kerry che firma l'accordo con la nipotina seduta sulle sue gambe, l'idea che fossimo in grado di consegnare alle nuove generazioni un futuro sostenibile. Da allora però questa è stata una storia di promesse non mantenute: la difficoltà di ridurre efficacemente le emissioni di CO2, l'uscita degli Stati Uniti dall'accordo (poi rientrati nel 2021), il fallimento del vertice di Madrid, il trauma della pandemia che ha catturato tutta l'attenzione.
La Cop28, tenutasi a Dubai a dicembre 2023, ha riacceso l’ottimismo riportandoci allo spirito di Parigi: la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici si è conclusa con un accordo per molti aspetti epocale, in quanto segna un cambio di rotta significativo nelle trattative globali sul tema. Per la prima volta, infatti, le parole “fossil fuels” sono state inserite nel testo finale. Un riconoscimento lampante della necessità di abbandonare i combustibili fossili, esplicitamente messi in relazione all’inasprirsi della crisi climatica.
Un’emergenza, quella delle emissioni di gas a effetto serra, che è necessario contrastare triplicando la produzione e la diffusione di energia rinnovabile entro il 2030, e contestualmente raddoppiando l’efficienza energetica delle reti di distribuzione elettrica, due obiettivi in linea con il nostro Piano Strategico 24-26.
Allo stesso tempo, dalla Cop28 è emerso un altro punto cruciale: è essenziale che ogni strategia di transizione energetica sia compiuta in un modo ordinato ed equo senza lasciare indietro nessuno, generando benefici concreti per tutte le comunità e coniugando le esigenze di sviluppo sostenibile dei nostri territori.
È per questo che i lavori e l’esito del vertice vanno guardati con lo spirito con il quale una generazione prima della mia ha guardato l'avvicinamento dell'umanità alla superficie della Luna e lo sbarco degli astronauti: per vedere l'impensabile accadere e ridefinire la nostra idea di futuro.
A differenza della generazione del moonshot di John F. Kennedy, la nostra non deve conquistare la Luna ma conservare la Terra, puntando sempre più in alto come stiamo già facendo: attraverso programmi come Solaris e Artemis, lanciati da Nasa ed Esa, stiamo studiando in collaborazione con Thales Alenia Space la possibilità di generare, gestire e produrre energia nello spazio.
Anche il rapporto 2023 dell'Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) ribadisce come allo stato attuale esistano diverse strade attraverso cui è possibile ridurre le emissioni di gas serra e rispondere ai cambiamenti climatici causati dall'attività umana: alternative che sono già a disposizione di tutti, e che evidenziano l'importanza di intraprendere azioni più audaci e tempestive, ma anche i piccoli gesti quotidiani e le scelte energeticamente consapevoli possono fare la differenza.
Il rapporto mette in luce l'urgenza di agire con misure concrete che vanno oltre la mera mitigazione del rischio ambientale, e che possono garantire un impatto positivo su scala globale, assicurando un futuro vivibile e sostenibile per tutti.
Un obiettivo ostacolato dall’attuale contesto di crisi geopolitica e climatica che stanno certamente evidenziando la vulnerabilità del modello energetico tradizionale e mostrando quanto sia fondamentale trovare il giusto equilibrio tra affidabilità, convenienza economica e sostenibilità - il cosiddetto “trilemma energetico”.
È dunque il momento di avere il coraggio di passare dal cosa al come, dai propositi ai fatti. In questo scenario il clima può e deve essere un terreno di pace e auspichiamo che nazioni e organizzazioni internazionali trovino il modo più efficace di cooperare sul tema più importante: il futuro della vita sulla Terra.
A metà del secolo scorso sembrava impossibile fare quello che Kennedy aveva promesso: un piede umano sulla superficie della Luna, eppure accadde. Sembra altrettanto impossibile oggi tagliare in modo così netto le emissioni fino ad azzerarle entro il 2050. Eppure noi di Enel ne siamo convinti al punto di aver inserito questo ambizioso obiettivo nella nostra strategia anticipandolo al 2040 e confermando la nostra uscita dal carbone in Italia entro il 2025 e a livello globale entro il 2027.
Un piano strategico che vede tra i suoi pilastri la sostenibilità finanziaria, economica e sociale e punta su efficienza, resilienza e potenziamento della rete elettrica italiana, una delle più avanzate al mondo e che, tornando a parlare dello spazio, coprirebbe in chilometri ben tre volte la distanza Terra-Luna.
In questo modo risponderemo tempestivamente alla crescita del tasso di elettrificazione dei consumi e faciliteremo il progresso della generazione distribuita, accogliendo la richiesta di flessibilità dei nostri clienti e continuando a sostenere la diffusione capillare delle fonti di energia rinnovabile.
Ed è così che vogliamo continuare a guidare l’Italia in un percorso di transizione energetica equo e inclusivo e a creare valore per le generazioni di oggi e di domani.